CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE “DIRITTO DI EMOZIONE” e “PAR CONDICIO EMOZIONALE “

PREMESSA

Il presente Codice stabilisce:

– il riconoscimento del valore fondamentale della salute, intesa come benessere bio-psico-sociale della persona con i suoi diritti inviolabili, che devono essere non solo garantiti, ma anche sviluppati, aiutando ogni essere umano a superare quelle condizioni negative che impediscono il pieno sviluppo della propria personalità;

– l’impegno nei confronti dell’umanità è proteggere la salute di tutti e delle Donne in particolare in quanto sono più sensibili alla pressione emotiva e alla discriminazione, con l’affermazione del DIRITTO DI EMOZIONE e della PAR CONDICIO EMOZIONALE.

CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE

I firmatari riconoscono il Diritto di Emozione, volto al rispetto della salute e del benessere dei Cittadini, per sancire la Libertà di Emozione quale principio universale.

Il Cittadino è titolare del diritto a Vivere Emozioni Libere (V.E.L.), ad una imparziale informazione attraverso la pubblicazione di notizie che abbiano valenza emotiva paritaria, in grado di evocare uguali stati d’animo.

Nei confronti del pubblico (lettore-ascoltatore) la responsabilità della “Par Condicio Emozionale” dei messaggi è imputata prevalentemente – ciascuno per la propria area di interesse – alle diverse categorie professionali delle comunicazioni di massa.

Primo dovere è quello di sottoporre ai fruitori della comunicazione un egual numero di notizie positive e negative.

Il lettore non dovrà essere condizionato – inconsapevolmente – relativamente al proprio stato emotivo, senza che gli sia offerta l’opportunità di scegliere.

Il lettore/spettatore dovrà essere posto nella condizione di riconoscere con facilità quali notizie, servizi o altre informazioni, siano emotivamente dannosi per il proprio benessere bio-psico-sociale e per il proprio equilibrio e quali, al contrario, quelli positivi. Lo stato emotivo evocato da un articolo giornalistico o da un servizio televisivo/programma radiofonico, deve essere riconoscibile dal lettore/spettatore/ascoltatore, il quale deve poter compensare il malessere suscitato da notizie negative, trovando sul medesimo giornale/programma televisivo/agenzia, altrettante notizie positive di impatto emotivo diametralmente opposto.

Il lettore/spettatore dovrà percepire chiaramente che nel mondo accadono cose positive e negative, e che il peso spropositato delle notizie negative risponde a mere ragioni di mercato e non già alla realtà dei fatti, e che è libero di scegliere a quali eventi far riferimento senza che emozioni e pensieri vengano manipolati e indirizzati verso quelle notizie che creano malessere e peggioramento dello stato di salute.

L’informazione pubblica istituzionale dovrà evidenziare in egual modo fatti, eventi, notizie e riflessioni, che gratifichino ed evochino stati d’animo positivi, rispetto a quei fatti/eventi/notizie in grado di suscitare stati d’animo negativi.

Al fine di favorire la diffusione del “Diritto di Emozione” e della conseguente “Par Condicio Emozionale” con la sottoscrizione del presente Codice si regolamenta il sistema di informazione/comunicazione sostenendo:

  1. la distinzione netta delle differenti forme (positiva e negativa) di Informazione;
  2. di tutelare la salute dei Cittadini e assicurare la diffusione del Codice VEL.

L’OMS ha definito la SALUTE come lo stato di completo benessere fisico-psichico-sociale dell’individuo; la diffusione sproporzionata di notizie negative crea una riduzione del benessere e della salute.

L’ONU, nel primo articolo della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” del 10 dicembre 1948 nel ribadire che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti” sostiene che “essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Ma la libertà emotiva dell’uomo e la coscienza menzionata nella Dichiarazione non sono tutelati laddove non è garantita una parità di informazione.

Uno stato di depressione psicologica generalizzato, il proliferare delle dipendenze e la perdita di motivazione dei giovani e delle popolazioni occidentali, possono leggersi come una conseguenza della perdita di consapevolezza del “bello che c’è nel mondo”.

I firmatari invitano i giornalisti, anche quelli on-line, web information, multimedia, gli addetti alla pubblicità ed alle relazioni pubbliche ad adottare il presente regolamento quale strumento indispensabile per assicurare la parità e di diritto di emozione, trasparenza e correttezza nella comunicazione di massa e per rispettare la salute e il benessere dei cittadini.

In forza dei principi enunciati si conviene quanto segue:

  1. a) la pubblicazione/divulgazione di notizie negative deve prevedere la contestuale diffusione di notizie positive di pari valenza Emotiva.
  2. b) gli stati devono incoraggiare lo sviluppo di Codici di Comportamento affinché le persone siano protette da informazioni e messaggi multimediali dannosi al loro benessere psico-fisico-emozionale. Essi sono invitati ad assumere appropriate misure legislative, amministrative, sociali ed educative per proteggere le persone da qualsiasi forma di violenza emozionale e psicologica derivante dall’abuso di informazioni negative, che fanno audience, ma danneggiano o limitano fortemente il Diritto di Emozione.
  3. c) la valenza emotiva e il tipo di messaggio devono essere immediatamente riconoscibili; la collocazione spaziale delle notizie in grado di suscitare emozioni contrastanti deve essere opportunamente segnalata e distinta, a seconda del tipo di messaggio, di natura positiva o negativa.

Le organizzazioni firmatarie sono consapevoli che il malessere emozionale sfocia spesso in un consumismo compulsivo che produce un maggiore inquinamento (Vedi le “isole di immondizia” nate nell’Oceano Pacifico); pertanto si invitano le organizzazioni del settore a sostenere la campagna VEL.

Stesso invito va rivolto a tutti i cittadini.

Le organizzazioni promotrici della campagna V.E.L costituiscono un Comitato permanente.

La campagna di sensibilizzazione è ideata da Monica Paola Monaco, Presidente Nazionale dell’AEM ITALIA (Associazione Emotional Manager) e sviluppata in collaborazione con Mina Cappussi, Direttore della testata giornalistica UMDI (Un mondo di Italiani) e promossa da l’AITEF ONLUS (Associazione Italiana tutela Emigranti e Famiglie), presidente Giuseppe Abbati, AICCRE (Associazione Italiana Consigli Comuni e Regioni d’Europa), presidente Giuseppe Valerio , AEM ONLUS (Associazione per la tutela delle vittime/conseguenze del malessere Emozionale) vice Presidente Giovanni Mattiaccio, CENTRO STUDI AGORA’ (Associazione di promozione sociale), coordinatrice nazionale Sabina Iadarola, MATESE ARCOBALENO (Associazione Onlus per la tutela dell’ambiente) Presidente Pier Paolo Monaco.

Bando pubblico per il corso di diploma di laurea per “Restauratore di beni culturali”

Bandito il concorso per 25 posti al 67° corso Corso di diploma di durata quinquennale, equiparato alla Laurea magistrale a ciclo unico, in Conservazione e restauro dei beni culturali (LMR/02), abilitante alla professione di «Restauratore di beni culturali» (GU 4a Serie Speciale – Concorsi ed Esami n.43 del 31 maggio 2016).

Il corso è tenuto dalla Scuola di Alta Formazione e Studio dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, per le sedi di Roma (quindici posti) e di Matera (dieci posti) – anno accademico 2016/2017. Le domande di ammissione, redatte su carta libera, vanno presentate, secondo le modalità indicate nel bando, alla Segreteria SAF dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro – Via di San Michele, 23 – 00153 Roma, entro la nuova scadenza aggiornata al 30 giugno 2016.

Per partecipare occorrono i seguenti requisiti generali:

  • diploma quinquennale di istruzione secondaria superiore
  • cittadinanza italiana o straniera
  • idoneità fisica
  • assenza di condanne passate in giudicato a pena detentiva superiore a 3 anni

Sono previste più prove per l’ammissione: una prova grafica; un test attitudinale pratico – percettivo e una prova orale, che secondo il bando serve: «a dimostrare la conoscenza diretta delle opere d’arte e la capacità di mettere in relazione i dati storico-artistici e quelli tecnici nonché una conoscenza di base delle scienze della natura (chimica, biologia, scienze della terra, fisica)».

Quattro, i percorsi professionalizzanti previsti per i futuri restauratori:

Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile; manufatti scolpiti in legno; arredi e strutture lignee; manufatti e materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti (10 posti presso la sede di Roma).

Materiali e manufatti ceramici, vitrei, organici; materiali e manufatti in metallo e leghe (5 posti presso la sede di Roma).

Materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell’architettura (5 posti presso la sede di Matera).

Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile; manufatti scolpiti in legno; arredi e strutture lignee; manufatti e materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti (5 posti presso la sede di Matera).

ATTUAZIONE DELL’AGENDA EUROPEA SULLA MIGRAZIONE

La Commissione europea ha presentato oggi un piano d’azione per sostenere gli Stati membri nell’integrazione dei cittadini di paesi terzi e nella valorizzazione del contributo economico e sociale che apportano all’UE, insieme ad una proposta legislativa di riforma delle norme che regolano l’ingresso nell’Unione di lavoratori altamente qualificati.

Tali interventi andranno a beneficio delle imprese europee che desiderano attirare persone di talento e qualificate da tutto il mondo.

“Se vogliamo gestire la migrazione sul lungo periodo, dobbiamo iniziare ad investire ora; è nell’interesse di tutti noi”, ha sostenuto Dimitris Avramopoulos, Commissario per la migrazione, gli affari interni e la cittadinanza. “Un’integrazione rapida ed efficace dei cittadini di paesi terzi è fondamentale se vogliamo che la migrazione sia un fattore positivo per l’economia ed un elemento di coesione nella nostra società. Al tempo stesso, dobbiamo dotare i nostri sistemi degli strumenti adeguati per far fronte al mercato del lavoro del futuro e alle future carenze di lavoratori qualificati. Il sistema della Carta blu UE così rivisto renderà più facile ed appetibile per i cittadini di paesi terzi altamente qualificati venire a lavorare nell’UE e rafforzerà la nostra crescita economica”.

Il piano d’azione dell’UE sull’integrazione.
Il piano d’azione presentato oggi offre un quadro politico e misure di sostegno comuni che aiuteranno gli Stati membri a sviluppare e rafforzare ulteriormente le politiche nazionali d’integrazione per i cittadini di paesi terzi.

Gli Stati membri — a livello nazionale, regionale e locale — sono in prima linea nella gestione dell’integrazione e il piano d’azione illustra come si articolerà concretamente a livello politico, operativo e finanziario il sostegno che l’UE intende offrire loro.
Assicurare che cittadini di paesi terzi possano dare il proprio contributo economico e sociale alle comunità di accoglienza è fondamentale per il benessere, la prosperità e la coesione futuri delle società europee. Uno studio pubblicato oggi dai servizi della Commissione conferma che un’integrazione efficace e rapida può contribuire a migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, ad affrontare le sfide demografiche e a migliorare la sostenibilità di bilancio. È assai probabile che i costi della mancata integrazione supererebbero i costi degli investimenti nelle politiche d’integrazione.

Nonostante gli sforzi degli Stati membri, i migranti e i rifugiati riconosciuti provenienti da paesi terzi che risiedono legalmente nell’UE continuano a dover fronteggiare un elevato rischio di povertà o di esclusione sociale.

Le politiche d’integrazione restano una competenza nazionale, ma, nel contesto attuale, molti Stati membri si trovano ad affrontare sfide analoghe fra loro e l’intervento a livello dell’UE può offrire un valore aggiunto attraverso il sostegno strutturale e finanziario.
Le azioni proposte riguardano aree cruciali, quali: le misure d’integrazione che precedono la partenza e l’arrivo, in particolare per le persone reinsediate con evidente bisogno di protezione internazionale; l’istruzione, l’occupazione e la formazione professionale; l’accesso ai servizi di base; la partecipazione attiva e l’inclusione sociale. Un’ulteriore proposta prevede invece un approccio più strategico e coordinato all’uso dei fondi UE a sostegno di misure d’integrazione nazionali.

Nel quadro dell’agenda per le nuove competenze per l’Europa, la Commissione sosterrà l’integrazione nel mercato del lavoro anche con vari strumenti volti a migliorare le competenze dei migranti e a riconoscere e mettere a profitto le qualifiche di cui sono già in possesso.

Gli interventi a sostegno dell’integrazione dei cittadini di paesi terzi non vanno necessariamente, e non dovrebbero andare, a scapito delle misure a beneficio di altri gruppi vulnerabili o svantaggiati o delle minoranze.

Un punto di referimento per gli Italiani residenti all’estero