Lettera aperta per la difesa dei diritti di rappresentanza parlamentaredei cittadini italiani residenti all’estero.
A 18 anni dall’istituzione della
circoscrizione Estero e a più di 15 anni dal primo esercizio di voto per
corrispondenza, si mette in discussione il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza
di noi italiani residenti fuori d’Italia.
Al Senato e alla Camera si sta infatti discutendo
la proposta di riforma per la riduzione dei parlamentari da 630 a 400 alla
Camera e da 315 a 200 al Senato. Essa prevede anche il pesante taglio, dagli
attuali 18 a soltanto 12 eletti nella circoscrizione Estero, da assegnare 8
alla Camera e 4 al Senato in rappresentanza di quattro ripartizioni elettorali in
cui operano, prima di tutto a favore dell’Italia, quasi 6 milioni di cittadini
italiani che vivono in tutto il mondo.
Questa proposta, che è solo aritmeticamente,
ma non democraticamente, ipotizzabile, costituisce una gravissima lesione del
principio di uguaglianza tra i cittadini, sancito dall’Art. 3 della
Costituzione. Se approvata, determinerebbe una profonda discrepanza nel
rapporto numerico tra elettori ed eletti
e un vulnus nell’applicazione dei basilari principi della democrazia, relegando
i cittadini residenti fuori dai confini nazionali a una condizione di
inferiorità e marginalità.
Il numero fisso e limitato degli eletti
attribuiti alla circoscrizione Estero ha creato, fin dalla sua istituzione, un
rapporto di rappresentanza più che sbilanciato a danno dei cittadini iscritti
all’AIRE. Dal 2006 a oggi, la base
elettorale in Italia è andata calando, mentre quella degli iscritti all’AIRE è
aumentata del 60% circa e continua a crescere a causa dei flussi di emigrazione
stabile, cui si aggiungono gli italiani temporaneamente all’estero, anch’essi
in ascesa. Alla luce delle elezioni del 2018, il deputato eletto in Italia
rappresenta 96.000 abitanti, l’eletto all’estero 400.000 iscritti AIRE; il senatore
eletto in Italia rappresenta 192.000 abitanti, l’eletto all’estero 800.000
iscritti AIRE.
Se la
riforma della Costituzione dibattuta dal Parlamento entrasse in vigore, lo
squilibrio nella rappresentanza dei cittadini residenti all’estero rispetto a
quelli residenti in Italia diventerebbe drammatico: un deputato eletto in
Italia rappresenterebbe 150.000 abitanti, uno eletto all’estero 700.000
iscritti AIRE; un senatore eletto in Italia poco oltre 300.000 abitanti, uno
all’estero oltre 1 milione e 400 mila iscritti AIRE.
Qualsiasi
diminuzione dei diritti garantiti ai cittadini, basata sul luogo di residenza,
non ha fondamento nella Costituzione italiana ed è chiaramente contraddetta dai
suoi principi ispiratori.
Persistere
in tale progetto significherebbe non soltanto ledere il diritto primario di
cittadinanza dei connazionali che risiedono fuori d’Italia, ma anche inviare un
messaggio negativo e controproducente a milioni di donne e uomini che sono i
portatori e promotori più diretti ed efficaci degli interessi e dell’immagine
dell’Italia nel mondo.
Per
questo chiediamo indistintamente a tutte le forze parlamentari di considerare
questa riforma costituzionale in esame come l’occasione migliore per
riequilibrare equamente la rappresentanza parlamentare assegnata alla
circoscrizione Estero e stralciare qualunque ipotesi di riduzione del numero
degli eletti all’estero dalla ridefinizione del numero totale dei parlamentari.
Per saperne di più:
Parere del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero sulla proposta di diminuzione del numero dei parlamentari eletti all’estero
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