DDL EDITORIA—Claudio MICHELONI (PD) E Aldo DI BIAGIO (AP): CONFERMARE CONTRIBUTI AI QUOTIDIANI E PERIODICI ITALIANI ALL’ESTERO

Nel parere fornito alla Commissione Affari Costituzionali sul disegno di legge in materia di Editoria, i senatori Claudio Micheloni (Pd) e Aldo Di Biagio (Ap) hanno voluto riaffermare il mantenimento dei contributi in favore delle imprese editrici di quotidiani e periodici italiani diffusi all’estero, precisando altresì che debbano essere ricompresi anche quelli in forma telematica e digitale.

“Nella delega che verrà data al Governo – dichiarano i senatori in una nota congiunta – non si potrà prescindere dal ruolo fondamentale della nostra editoria all’estero che rappresenta il principale riferimento culturale ed informativo delle nostre comunità, oltre che il veicolo indiscusso della promozione della lingua e cultura italiana e della crescita e valorizzazione del made in Italy”.

“Anche nella Commissione di merito che esaminerà il provvedimento – assicurano – non mancherà il nostro impegno per salvaguardare le realtà editoriali storiche dell’emigrazione, che devono essere sostenute in quanto hanno la funzione di mantenere il legame culturale e sociale con i nostri connazionali che all’estero hanno oggettive difficoltà a rimanere aggiornati sulle dinamiche politiche, sociali e culturali del loro Paese di origine”.

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DETRAZIONI FISCALI PER RESIDENTI NEI PAESI EXTRA UE/ CONFSAL UNSA USA: SIAMO STATI DETERMINANTI

“Grazie all’incessante attività sindacale della CONFSAL UNSA nonché alle continue sollecitazioni rivolte agli eletti all’estero, i quali, nel recepire le nostre richieste, si sono prontamente attivati nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e del MEF, possiamo comunicare oggi a Voi tutti la pubblicazione della Circolare attuativa delle disposizioni che prevedono l’estensione del diritto alle detrazioni fiscali per familiari a carico anche ai residenti nei Paesi extra UE”. È quanto si legge in una nota del Coordinamento USA della CONFSAL UNSA ESTERI in cui si dà conto di una informazione giunta al sindacato dal Ministero degli esteri.

“L’Amministrazione – prosegue, infatti, la nota- ci ha testè confermato che procederà quanto prima alla diramazione di un Messaggio di istruzioni alle Sedi finalizzato alla raccolta delle richieste di detrazioni per famigliari a carico con decorrenza 1.1.2016. Tali importi verranno versati in seguito con i relativi conguagli nel corso del IV trimestre 2016”.

“Purtroppo – precisa il Coordinamento USA – dobbiamo segnalare che è stato possibile estendere tale beneficio fiscale unicamente ai Paesi che hanno sottoscritto con l’Italia un accordo sullo scambio di informazioni fiscali (Paesi della cosiddetta “White list”). Ciò non riguarda, ahinoi, la Svizzera considerata a tutt’oggi Paese della “Grey list”, poiché in attesa di essere inserita nella “White list”, passo che dovrebbe avvenire come ultimo termine entro il febbraio 2017, nel quadro di adempimenti giuridico-fiscali richiesti dall’Europa al Governo elvetico. Se ciò non dovesse verificarsi entro la fine del presente anno, la fruizione delle detrazioni slitterebbe per il personale interessato al 2017”.

Concludendo, dagli Stati Uniti sostengono che “ancora una volta la CONFSAL UNSA è stata determinante nella risoluzione della presente problematica”.

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CERTIFICATI NELL’UE: BASTA LEGALIZZAZIONE. LE NUOVE NORME

Oggi il Parlamento europeo ha adottato il regolamento proposto dalla Commissione per ridurre i costi e le formalità per i cittadini che devono presentare un documento pubblico in un altro paese dell’UE.

Attualmente i cittadini che si spostano o vivono in un altro paese dell’UE devono far legalizzare i loro documenti pubblici, come i certificati di nascita, di matrimonio o di morte, per dimostrarne l’autenticità. A norma del nuovo regolamento, quando si presenteranno documenti pubblici rilasciati in uno Stato membro dell’UE alle autorità di un altro paese dell’UE, la legalizzazione non sarà più necessaria.

l regolamento riguarda soltanto l’autenticità dei documenti pubblici, gli Stati membri continueranno dunque ad applicare le norme nazionali sul riconoscimento del contenuto e degli effetti dei documenti pubblici rilasciati in un altro paese dell’Unione.
Per Vera Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, sono “buone notizie per chi si sposta in un altro paese dell’UE ad esempio per studiare o lavorare. Spesso le procedure burocratiche per presentare un documento pubblico per potersi sposare o ottenere un lavoro nel paese in cui si vive sono lunghe e costose. Oggi abbiamo eliminato questi oneri burocratici per aiutare i cittadini a muoversi facilmente nell’Unione europea”.
Il nuovo regolamento eliminerà una serie di procedure burocratiche.

I documenti pubblici (ad esempio i certificati di nascita, di matrimonio o del casellario giudiziale) rilasciati in un paese dell’Unione dovranno essere accettati come autentici in un altro Stato membro senza necessità di legalizzazione (ad esempio con l’apostille).

Il regolamento elimina anche l’obbligo per i cittadini di fornire in tutti i casi una copia autenticata e una traduzione asseverata dei loro documenti pubblici. I cittadini potranno anche usare un modulo standard multilingue, disponibile in tutte le lingue dell’UE, da presentare come ausilio alla traduzione allegato al documento pubblico per evitare l’obbligo di traduzione.

Il regolamento stabilisce tutele contro le frodi: se l’autorità ricevente ha dubbi ragionevoli sull’autenticità di un documento pubblico, potrà verificarla con l’autorità di emissione nell’altro paese attraverso una piattaforma informatica esistente, il sistema di informazione del mercato interno o IMI.

Prossime tappe
Gli Stati membri hanno due anni e mezzo di tempo dalla data di entrata in vigore del regolamento per adottare tutti i provvedimenti necessari per consentirne la corretta applicazione al termine di questo periodo.

Circa 13 milioni di cittadini dell’UE vivono in un paese dell’Unione diverso dal proprio. Secondo un sondaggio di Eurobarometro, il 73% dei cittadini europei ritiene che si dovrebbero adottare misure per migliorare la circolazione dei documenti pubblici tra i paesi dell’UE. I cittadini spesso si lamentano della burocrazia e dei costi che devono sostenere per ottenere in un paese dell’Unione un documento pubblico che sia considerato autentico in un altro paese dell’UE. Queste formalità, che richiedono molto tempo, sono eccessive e inutili e pregiudicano il godimento da parte dei cittadini dei loro diritti sanciti nei trattati.

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Un punto di referimento per gli Italiani residenti all’estero